Shaolin

Gli Stili

shaolin chuan

in breve...

cosa è lo shaolin chuan

L’acrobatica arte marziale dei monaci shaolin
 
Shaolin era il nome di un famoso monastero buddista ove nacquero le arti marziali cinesi, circa 1000 anni fa; il termine shaolin è utilizzato per indicare gli stili esterni come il Tai Chi Chuan (dove predomina lo sviluppo dell’energia interna) e significa letteralmente “Pugilato della Giovane Foresta”.
 
Lo Shaolin classico della Cina del nord divulgato dal grande M° Chang Dsu Yao, rappresenta un immenso di tecniche. Il programma d’insegnamento comprende le tecniche di mani, di piedi, di parate e di schivate, di proiezioni, di spazzate, di leve,di cadute…ma anche lo studio dell’energia interna attraverso le tecniche di respirazione (Qi Gong)
 
 
Lo studio delle arti marziali cinesi possono essere intraprese da tutti, senza distinzione di età e sesso, e donano un corpo forte, concentrazione mentale, sicurezza, pace interiore, divertimento.

GLI EFFETTI BENEFICI

Benefici
Notevoli sono i vantaggi:  
  • Per l’ apparato locomotore, aumentando la tonicità muscolare e l’ elasticità delle articolazioni. 
  • Per l’ apparato respiratorio, di cui le prestazioni aumentano e migliorano. 
  • Per l’ apparato cardiocircolatorio, con un miglioramento della sua resistenza allo sforzo e della sua possibilità di gittata sanguigna in tutto l’ organismo. 
  • Per il metabolismo, con un aumentato consumo calorico e una costante “pulizia” arteriosa. 
  • Per il sistema immunitario, stimolato ad una maggiore attività nei suoi compiti di difesa dall’ esercizio fisico. 
  • Per il sistema nervoso e la psiche, con il mantenimento di riflessi rapidi, capacità di osservazione, disciplina dell’ aggressività. 
 
Controindicazioni
Solo in presenza di patologie:
  • Lesioni osteomuscolari. 
  • Lesioni articolari.

"Dietro ogni divisione c'è qualcosa di indiviso; Dietro ogni discussione c'è qualcosa di indiscutibile; Il saggio abbraccia il tutto, gli uomini litigano per far valere le loro opinioni; Così è detto: ogni discussione implica una visione parziale."

La parola Kung Fu letteralmente significa: “abilità conseguita (Kung), da un uomo adulto (Fu)”;
in altre parole indica l’aver raggiunto maturità e padronanza in un’abilità.
 
Il Kung Fu è stato suddiviso in due grandi categorie a seconda del tipo di stile:
Stili Esterni  (duri – morbidi)
Stili interni  (duri – morbidi)
 
Per stili esterni si intendono quelli che lavorano maggiormente sulla forza fisica e sulla preparazione muscolare, mentre gli interni prediligono un lavoro sulla meditazione e l’ interiorità.
Per stili duri si intendono quelli i cui movimenti sono secchi e decisi, mentre per morbidi i cui movimenti sono fluidi e armoniosi.
Generalizzando si può affermare che gli stili interni sono morbidi e gli esterni sono duri.
 
Il Kung Fu rende un notevole giovamento non soltanto fisico in chi lo pratica, ma come recita il suo stesso nome, educa la padronanza e all’abilità del proprio corpo.
I presupposti di base sono una notevole forza (necessari ad esempio perché il bersaglio sia colpito in modo efficace), ma anche la precisione e la velocità (vincere significa anticipare l’ avversario e metterlo in difficoltà).
Visto che lo sviluppo di questi fattori dipendono dall’ intensivo allenamento che porterà man mano al miglioramento delle capacità coordinative e condizionali.
Le capacità coordinative si sviluppano alla regolamentazione del movimento, mentre le capacità condizionali utilizzano l’ energia dell’organismo; la forza vera e propria.
 
Essa può manifestarsi secondo tre forme:
1) forza massimale
2) forza veloce
3) forza resistente
La forza massimale è determinata dalla massima capacità di contrazione del muscolo, e rappresenta dunque la massima energia sviluppabile.
La forza veloce è la capacità di sviluppare molta energia nella minima unità di tempo; decisiva a tale proposito è la capacità di contrazione e decontrazione delle fibre.
Mentre la forza resistente viene rappresenta dalla capacità di resistere a sforzi e quindi alla  contrazione muscolare di lunga o media durata.
Scritto da W. Amorini dal libro: “Kung Fu – l’essenza”
 
Il tempio di Shaolin venne fondato nel 400 d.C. (non si conoscono i nomi dei fondatori poiché i documenti bruciarono durante la dinastia Ch’ing). Shaolin sorge sul monte Sung Shan nell’attuale Honan. Verso il 520 d.C., sotto il regno dell’imparatore Wu Ti della dinastia Liang, comparve Ta Mo (Bodhidharma in giapponese) 28° patriarca della dottrina buddista Chan (Zen in giapponese) e primo patriarca cinese. La leggenda vuole che Ta Mo si fermò al tempio e vi introdusse le basi della sua religione. A lui si attribuisce lo stile Shi Pa Lo Han Shou (18 mani di Han o dei discepoli di Budda). Il maggior sviluppo del tempio si ebbe sotto la dinastia Sung (960 – 1260 d.C.).
 
In questo periodo i monaci aiutarono gli imperatori a combattere i nemici, insegnando ad essi le loro arti: marziali, religiose e politiche; o prestando la loro opera direttamente. Nel 1279 d.C. Kubilay Khan (nipote di Gensis Khan) sconfisse l’ultimo imperatore Sung che si uccise a Canton, nasce la dinastia Yuan (1279-1368 d.C.), è l’epoca dei viaggi di Marco Polo. Durante la dinastia Yuan visse uno dei più grandi maestri di shaolin: Chang San Feng, monaco taoista al quale, molte leggende attribuiscono la nascita del Tai Ji Quan. L’invasione mongola è sconfitta nel 1368 e salì al trono Chu Yuan Chang che divenne imperatore con il nome Hung Wu: nasce la dinastia Ming (1368-1644 d.C.). Questa dinastia portò un periodo di splendore in Cina. I monaci riordinarono le tecniche del metodo da combattimento Shaolin. Chuen Yuan, monaco Shaolin, riordina lo shaolin in 72 tecniche fondamentali. Insoddisfatto cerca altri maestri fuori dal monastero.Un giorno lungo il suo viaggio itinerante, incontrò Li Chen un vecchietto. Il vecchietto si era appena difeso senza fatica da cinque aggressori, che avendo la peggio scapparono. Il maestro Li Chen insegna il suo stile, ma poi rivelo al monaco che esiste un maestro molto più esperto ed abili di lui, il maestro Pai Yu Feng. I tre maestri si recarono al monastero. Misero a punto un sistema di ben 170 tecniche fondamentali e 5 stili principali: stile del Drago, stile della Tigre, stile della Gru, stile del Serpente, stile del Leopardo. Grazie ad una rivolta scoppiata a Pechino salirono al potere in Cina i Manciù (Mandarini) era il 1644. Nacque la dinastia Ching. Il questo periodo il tempio Shaolin diventa luogo di incontro e di rifugio dei perseguitati politici, ribelli verso il nuovo regime: il regime degli invasori Manciù. In questo periodo il famoso monastero, dopo una storica battaglia fra i monaci ed i soldati 100 volte più numerosi, venne messo a fuoco. I monaci superstiti fuggirono nel sud della Cina (Fukien) dove ricostruirono un secondo Monastero Shaolin, ma i Ching bruciarono anche questo secondo tempio, era il 1664. Da questa data inizia la diaspora: tutto si disperde, ma alcuni monaci riescono a sfuggire all’incendio e continuarono nell’anonimato l’opera di diffusione in tutto il territorio cinese, dando origine a varie scuole di Shaolin Quan.
 
Dopo la rivoluzione culturale cinese, la  scuola di Kung Fu Shaolin venne riaperta per proseguire l’opera di sviluppo del Kung Fu; fu ristrutturata per continuare l’opera monastica e di insegnamento degli antichi monaci guerrieri. La scuola è diventata un punto d’incontro per tutti i maestri e cinesi in genere, che trasferiscono le proprie conoscenze sulle tecniche da combattimento, tramandate nello loro famiglie. Questa opera di recupero e di trascrizione, viene effettuata anche in altre parti della Cina nei vari Istituti di Ricerca: vere e proprie scuole adibite allo studio e alla pratica del Kung Fu, il più conosciuto è senz’altro l’Istituto di Ricerca di Pechino.
Nell’antichità c’erano due tipi di abitanti del monastero Shaolin: i monaci che meditavano, pregavano, si prefiggevano l’ascesa spirituale; profughi politici, che si battevano per la restaurazione dell’impero Ming. Questi ultimi erano dei militari, addestrati non solo nel combattimento a mani nude, ma anche nell’uso delle armi: sciabole, spade, lancie alabarde ecc.
Le regole del Monastero erano rigidissime, lo studio era pesante, infine per potersi chiamare Shaolin c’erano tra le altre tre  prove: un esame orale sulla religione, sulle scienze apprese, e sulle teorie dei sistemi da combattimento; dei combattimenti contro Monaci più esperti; infine se le altre due prove venivano superate, l’esame finale consisteva nell’introdursi nei sotterranei del Tempio, dove c’erano 108 manichini meccanici armati, ognuno dei quali infieriva una tecnica mortale al malcapitato, qualora passasse in quella determinata zona. 
Questi fantocci erano attrezzati anche con armi, erano costruiti in modo da reagire diversamente uno dall’altro se venivano colpiti, reazioni diverse anche se si colpiva lo stesso manichino. L’esaminando doveva passare nei corridoi del sotterraneo e colpire, uno per uno tutti i manichini, che lo attaccavano lungo in corridoio, abbattendoli. Se infine riusciva a passare (e sopravvivere) a questa prova, doveva rimuovere una lastra incandescente pesante circa 250 Kg. Quest’ultima lasciava a fuoco sugli avambracci i simboli di un drago e una tigre: cicatrici indelebili a testimonianza di una vita dedicata alla vita monastica e allo Shaolin.
INTRODUZIONE
Il termine Kung Fu (Gong Fu in lingua ufficiale) è indicato per definire l’eccezionale abilità ad eseguire un lavoro duro, meticoloso, raffinato. Con l’avvento dei Film, il termine Kung Fu in occidente è comunemente utilizzato come sinonimo di Wu Shu termine più appropriato per indicare le arti marziali cinesi. Wu Shu Kung Fu identificherebbe una formidabile abilità nelle arti marziali. Lo stesso training (allenamento) di Wu Shu, viene descritto dall’ideogramma Kung Fu.
Il Wu Shu si distingue in Wu Shu moderno ( sportivo, agonistico) e tradizionale. Nell’uso comune Kung Fu diviene sinonimo di Wu Shu tradizionale.
Esistono diverse centinaia di Scuole di Kung Fu e diversi sistemi di combattimento, questi vengono raggruppati in “stili”. Uno stile di Wu Shu accomuna varie Scuole che hanno le stesse peculiarità di Wu Shu. Per “forme” si intendono le routine, una sequenza di tecniche costruite su una coreografia. Le forme (Tao Lu) sono l’equivalente dei Kata per il Karate.
 
Il Wu Shu ossia l’Arte Marziale Cinese
 
“Dietro ogni divisione c’è qualcosa di indiviso;
Dietro ogni discussione c’è qualcosa di indiscutibile;
Il saggio abbraccia il tutto, gli uomini litigano per far valere le loro opinioni;
Così è detto: ogni discussione implica una visione parziale.”
(Chang Tsu)
 
 
GENEALOGIA DEL KUNG FU
La maggior parte delle opere dedicate alle arti marziali dell’estremo oriente, attribuiscono la loro lontana origine al monastero Shaolin, nella regione di Honan, presso il fiume giallo; questo edificio appare sotto diversi nomi: Shaolin in Mandarino, SiLum in Cantonese (i due nomi significano: giovane foresta), Shorinji in Giapponese (da cui lo stile di Karate nipponico chiamato Shorinji Kempo, le cui tecniche si ritiene risalgano ai tempi del celebre monastero). Questa asserzione solo in parte corrisponde a verità. La seguente cronologia, renderà più chiaro lo sviluppo della Boxe Cinese e delle altre arti marziali.
 
2500 a.C.
si trova per la prima volta traccia di una tecnica di lotta ancora primitiva, consistente nell’infilzare l’avversario con l’ausilio di un elmo provvisto di corna: GoTi o ChiaoTi.
 
VI A.C
la tecnica di lotta si raffina comparendo sotto i nomi di Shang Pu, Shuai Go, Shou Pu. Mille anni più tardi la tecnica terminerà di svilupparsi con l’apporto dell’invasione mongola, si avrà quindi Lung Hua Quan, più scientifica e più veloce, contenente prese studiate anteriormente al Ju Jitsu e Judo nipponico. Contemporaneamente si sviluppava il Qin Na o (Ch’inna): l’arte della chiave di braccio. Perfezionata dagli attuali stili di Kung Fu, integrate nelle loro tecniche, quest’arte detiene tutti i segreti per immobilizzare l’avversario.?
All’epoca di Lao Tsu e di Confucio, le arti marziali nobili erano : il tiro con l’arco e l’equitazione. Si trova comunque traccia, in questa epoca di un’arte praticata dalle caste nobiliari e da certi monaci (per ragione evidente, di protezione durante i loro pellegrinaggi, ma anche per ragione di certi insegnamenti Taoisti, secondo i quali, la concentrazione poteva essere favorita dalla pratica costante di certi esercizi fisici). Si è sentito parlare di KungFu nelle storie cinesi sotto diversi nomi: Chi Chi San, Wu Ni, Chi Ni ecc.
 
I d.C.
Un certo Kwok Yee, avrebbe creato il primo stile di Kung Fu veramente “schematizzato”, eretto nel metodo: l’arte della lunga mano.
 
III d.C.
un medico chiamato Hua To (ma potrebbe essere anche un personaggio leggendario, al quale la tradizione popolare attribuì un insieme di scoperte mediche di origine completamente ?differenti) fece delle ricerche sistematiche, osservando i sistemi di combattimento di cinque animali: tigre, l’orso, il cervo, la scimmia, la gru. Si tratta di un certo numero di gesti di combattimento che si ritrovano attualmente nella maggior parte degli stili di Kung Fu, amalgamati in seguito a quelli di altri animali: serpente, topo, cavallo, mantide religiosa, drago ecc.
 
VI d.C.
un personaggio straniero giunge al monastero Shaolin: si tratta di Ta Mo (Ta Mo o Daruma Taishi in giapponese è conosciuto anche con il nome di Bodhidharma, l’ “illuminato”, un monaco proveniente dalle Indie del sud, forse Ceylon). L’ipotesi più diffusa è quella che il monaco fosse di origine nobile, e che fosse profondo conoscitore dell’arte indiana di Vajramukiti: tecnica di maneggio di armi, praticato dalle caste guerriere. Certo è che Ta Mo lasciò il marchio indelebile della sua forte personalità. Nel piano spirituale fu all’origine del Buddismo Chan (Zen in giapponese) una corrente di pensiero che darà un’impronta a tutte le arti marziali dell’estremo oriente. Sul piano che interessa direttamente il Kung Fu a lui si attribuisce la messa a punto di alcuni esercizi fisici, destinati a rinvigorire i monaci provati dalle lunghe sedute di meditazione. Secondo alcuni, questi esercizi, non erano altro che delle “Asanas” (posizioni) dello Yoga, secondo altri un’originale tecnica da combattimento: Shih Pa Lo Han Shou, “le 18 mani di Han”, metodo ugualmente conosciuto sotto il nome di I Chin Chin o Eki Kin Kyo per le storie giapponesi di arti marziali. Da allora, atorto o a ragione i monaci del monastero della “giovane foresta” ebbero una reputazione di particolare capacità di combattimento, che li farà conoscere in tutti i paesi.
 
XII d.C.
Il generale Yao Wei ideò il sistema “Dell’artiglio dell’aquila”.
 
XIII d.C.
l’eremita taoista Cheng Salm Fung (o Chan San Feng) che visse dentro Hopei, codificò le basi di quello che divenne il sistema interno del Kung Fu (Nei Jai), nel quale si ricerca il movimento dell’energia interna del corpo, piuettosto che la forsa muscolare subordinata all’età. Dalle sue ricerche nasce il Tai ji Quan (Tai Chi Chuan). Suoi stimati successori furono: Wong Tsung, Ch’en Chou T’ung, Chaing Fa. La provincia di Honan a causa della sua posizione geografica, fu il paese nel quale i maestri si incontravano, per questo nacquero degli stili o dei metodi di combattimento, che coglievano il meglio del Kung Fu interno e del Kung Fu esterno, di cui fa capo lo Shaolin Quan.
 
XV d.C.
un giovane uomo divenne monaco Shaolin, il suo nome era Chuen Yuan (chiamato anche Kwok Yuen). Egli revisionò l’antico sistema legato a Ta Mo. In un primo tempo ordinò in 72 tecniche; poi sempre insoddisfatto, si mise alla ricerca di un maestro di Kung Fu al di fuori delle mura monastiche. Nel sud della Cina incontrò maestri come: Pai Yu Feng e Li Chieng che accettarono di aiutarlo nella sua opera rigeneratrice. Fecero una sintesi di ben 170 movimenti che diventarono la nuova base della scuola esterna popolarizzata con il nome di Shaolin. Chuen Yuan ritornò al monastero, Proprio in questo periodo, i monaci ebbero la reputazione di essere invincibili.
 
XVIII d.C.
la Cina è passata sotto le autorità Mandarine: dappertutto si svilupparono focolai contro l’oppressore. I monasteri, terra di asilo per i capi della resistenza, furono particolarmente odiati dalla nuova dinastia che disperse con forza le comunità monastiche. Attacato dalle truppe il monastero Shaolin, dopo una accanita resistenza si arrese e fu distrutto. Secondo la tradizione, cinque esperti di Kung Fu fuggirono assicurando la sopravvivenza dell’arte secolare. Sarà l’origine dei 5 metodi di Kung Fu della Cina del sud: Hung Gar, Liu Gar, Choy Gar, Li Gar e Mo Gar.
 
XIX d.C.
Tung Hai Chuan crea nella regione di Pechino la scuola “interna” Ba Gua Jian (Pa Kua Chang).
 
1850 d.C.
il cristiano Hung Hsiu Chuan lancia la rivolta dei Tai Pings (la setta della “grande purezza”), tenendo per 15 anni le truppe imperiali all’erta. Si sa che egli istruiva i suoi uomini all’uso delle armi bianche e del combattimento a mani nude.
 
1900 d.C.
Nello Shantoung c’è la rivolta dei “Boxers” ai quali il popolo attribuiva una potenza soprannaturale per il loro grado di efficacia nel combattimento a mani nude. Ma i “pugni della giustizia e della concordia” saranno annientati al tempo dei “55 giorni di Pechino”.
 
XIX d.C.
nuovo impatto del Kung Fu a Okinawa (Uechi Ryu) che diaspora nel resto dell’Asia combinandosi con metodi local: da queste sintesi nascono il Pukulan, il pentiak Silat, il Kuntow, il Serak ecc.
 
Dal 1912 al 1927:
periodo di guerre civili in Cina nel corso delle quali il Kung Fu si sviluppò anarchicamente in seno alle società segrete, che si battevano contro tutto ciò che minacciava la civilizzazione cinese tradizionale, e all’interno dei gruppi militari (talvolta truppe mercenarie) per il bisogno dei terribili “Signori della Guerra”: potenze locali senza legge né fede che stimolavano allenamento fisico dei loro mercenari.
Rivoluzione Democratica Chang Kai Tchek al potere.
 
1917 d.C.
il giovane Mao Tse Tung, allora 21enne, redige uno “studio sulla cultura fisica”, nel quale appare già il suo desiderio di una pratica di massa in cui le arti tradizionali dovranno avere buona parte.
 
Verso 1920
sotto il regime Kuoming Tang si assiste al primo tentativo di riprendere le redini del Wu Shu (termine che letteralmente significa arte marziale sinonimo di Kung Fu. Letteralmente esercizio eseguito con abilità).
 
Dopo 1930
si verificarono i primi incontri ufficiali fra esperti di Wu Shu, ma le difficoltà politiche del paese e la guerra con il Giappone diedero un colpo di arresto allo sviluppo delle arti marziali tradizionali.
 
1945
si conoscevano due grandi associazioni di Kung Fu su scala nazionale: l’Istituto Centrale di Boxe Nazionale e Cultura Fisica e l’Associazione di Boxe Cinese.
 
Dopo il 1949 (Rivoluzione Comunista Cinese)
le arti marziali ebbero evoluzioni differenti: nella Repubblica Popolare Cinese si diede risalto soprattutto alla cultura fisica; c’è il rilancio dell’ “arte del pugno”, come d’altre parte di tutti gli sports, considerati dal regine come eccellente mezzo di sviluppo fisico e morale della nazione. La finalità del Kung Fu è cambiata. Gli sono preferite le forme di Wu Shu moderno, con esercizi terapeudici e non destinati unicamente al combattimento reale. Tuttavia rimmangono in Cina Popolare vecchi maestri, formidabili per efficacia, ma molto difficili da rintracciare in particolare in Cina, visto che gli stessi di solito, sono contro il regime che uccideva le nobili tradizioni. A Hong Kong e a Taiwan si è mantenuto fortemente l’orientamento originale del Kung Fu: per i “Shi Fu” (maestri), fuggiti prima del regime comunista, vi sono rappresentati tutti gli stili ed è eccezionale il numero delle sale di trattenimento. Questo succede anche nelle più importanti comunità cinesi nel mondo; soprattutto nella costa ovest degli U.S.A. e nella Malesia.
L’osservazione degli animali nel combattimento è all’origine delle numerose posizione della Boxe Cinese.
I “fondatori” danno spesso prova di un senso perfetto di mimetismo nei loro stili. Gli animali che si ritrovano di sovente, negli stili di Kung Fu sono: il leopardo, simboleggia la velocità e la forza muscolare; la tigre, simboleggia la potenza e la determinazione; l’orso, simboleggia il coraggio; il cervo, simboleggia la dirittura e l’agilità; l’airone, simboleggia l’equilibrio; il drago, simboleggia la vivacità, la concentrazione e la spiritualità; la scimmia, simboleggia l’astuzia e la scaltrezza; il serpente, simboleggia l’energia interna, la volontà ecc.
 
Si è voluta vedere una origine geografica, nella diversità degli stili che fanno parte della grande famiglia del WU SHU, costatando che il fiume YANG TSE (Yangtzekiang), scorrendo da ovest ad est, delimita due aree all’interno delle quali si ritrovano  spesso, gli stessi principi e le stesse peculiarità  di combattimento a mani nude.
 
BEI PAI: stili del nord
A nord del Fiume Giallo, gli stili di Boxe Cinese danno una grande rilevanza alle tecniche effettuate con le membra inferiori: calci, salti, schivate, movimenti acrobatici. La spiegazione di questo metodo di combattimento è legata alla vita del popolo nomade della terra del nord, questo era un popolo nomade, di cacciatori, di esperti cavalieri, di grande stazza.
 
NAN PAI: stili del sud
A sud del fiume, gli stili si caratterizzano per l’intenso uso delle membra superiori: pugni corti, ricerca del corpo a corpo, forza nelle posizioni statiche. Il popolo del sud era un popolo di pescatori e di coltivatori di riso, abituati a far lavorare il tronco e le braccia. Il terreno era paludoso: risaie e palafitte; per questo le posizioni basse e la ricerca dell’equilibrio sono alla base degli stili del sud. 
 
Questa ripartizione, benché ripresa più volte dagli storici delle arti marziali, è in effetti sorpassata e piuttosto superficiale. Si hanno considerevoli quantità di esempi che confutano largamente questa regola. La barriera geografica culturale determinata dallo Yang Tse è stata superata e con il passare degli anni si è verificata una osmosi dei vari stili a causa degli spostamenti dei vari maestri. Più ragionevole è attribuire questo o quell’orientamento di una scuola di Kung Fu alla sola personalità del suo fondatore e alle sue possibilità fisiche. Tuttavia bisogna constatare che un secondo criterio di ripartizione degli stili, che tiene conto della suddivisione geografica nord sud dello Yang Tse, resiste abbastanza bene anche ad un’analisi più approfondita:
 
– Il Nord è più specificatamente dominio degli stili “esterni” (Wai Jia) le cui tecniche sono basate per lo più sulla forza muscolare fisica. All’inizio il centro di irradiazione di questi stili è stato il monastero Shaolin. Queste scuole di Kung Fu sono le antenate del Karate giapponese, avendo numerosi esperti di Okinawa studiato in Cina prima di aver deciso i propri metodi, quelli che poi passarono in Giappone dopo il 1920. Tecnicamente il Kung Fu “esterno” e il Karate nipponico sono molto simili, anche se quest’ultimo, può essere paragonato ad un unico stile di Kung Fu.
 
 
– Il Sud, è in antitesi con il Nord, conosce per lo più gli stili “interni (Nei Jia), la cui pratica si orienta verso la liberazione dell’energia interna del corpo umano, in relazione con le forze dell’universo. Questi stili debordano generalmente su aspetti filosofici profondi e veramente insondabili per il pensiero occidentale. Senza arrivare là, questi stili per il controllo che permettono di esercitare sulla circolazione dell’energia vitale del corpo, si rivelano degli eccellenti mezzi terapeutici per la salute del corpo e dello spirito. In questo senso la loro pratica rischia molto successo in Europa, come è il caso già da qualche anno in U.S.A. Tecnicamente in Kung Fu “interno” è spesso in antitesi con l’aspetto usuale che si ha delle arti marziali; tuttavia la loro perfetta maestria porta ad una efficacia sorprendente nei combattimenti.
 
Stili Wai Jia (esterni)
Non potendo annoverare tutti gli stili mi limiterò a citarne alcuni che ritengo significativi senza demerito per gli altri stili esterni non presi in considerazione:
 
1)  Chang Quan: letteralmente significa pugno lungo (stile del Nord), appartiene al Wu Shu moderno, nasce per lo più dagli stili tradizionali Hua Quan e Cha Quan, è uno degli stili più importanti. Usa tre pose di mano (Shou Xing): pugno (Quan), mano aperta (Shou), mano ad uncino (Gou); ed almeno 5 passi (Bu Xing): posizione dell’arciere o passo piegato (Gong Bu), posizione del cavaliere (Ma Bu), posizione bassa o passo scivolato (Pu Bu), posizione del gatto o passo vuoto (Xu Bu), posizione o passo di riposo (Xie Bu). Le sue peculiarità sono: movimenti agili ed elastici, ritmo scandito, calci alti, balzi, capriole, ruote, salti mortali pulizia nel movimento ed eleganza.
 
2) Nan Quan: letteralmente significa pugno del sud, appartiene al Wu Shu moderno, ma viene utilizzato per identificare tutti gli stili del Sud. Sono assimilabile a questo, stili come Yun Chun e il Wu Zu della provincia di Fu Jian, gli stili delle famiglie Hong, Liu, Cai, li e Mo della provincia Guang Dong, stili famosi come Hung Gar o stile delle tigre. Il Nan Quan è definito anche come stile della tigre e della gru, è composto da: contrazione repentine degli arti, forza esplosiva, posizioni stabili e baricentro basso, velocità e riflessi, l’urlo.
 
3) Shaolin Quan: letteralmente pugno della giovane foresta, non è uno stile ma un metodo di combattimento complesso, inizialmente composto da cinque stili: Hon Quan minore e maggiore, Pao Quan, Mei Hua Quan, Qi Xing Quan, Luo Han Quan. Il metodo nasce dall’antico monastero della giovane foresta sito a Song Shan nella provincia di Hon nan. Le peculiarità sono: movimenti piccoli potenti, nel pugno il braccio è leggermente flesso. E’ un sistema lo Shaolin che per la sua vastità spesso viene utilizzato come sinonimo di Wai Jia.
 
4) Ba Ji Quan: letteralmente pugno delle otto direzioni od estremi, è caratterizzato da pedate a terra da avvicinamenti coraggiosi da incursioni brevi e potenti. Ricerca della traiettoria e forza esplosiva.
 
5) Fan Zi Quan: o pugni come petardi che esplodo. Caratterizzato da movimenti vigorosi brevi e velocissimi. Calci e pugni in rapida successione con la giusta forza.
 
6) Chuo Jiao Quan: stile caratterizzato dall’uso quasi totale delle gambe. Ogni passo e seguito da un calcio. Il passo diviene spesso un calpestare, la tattica sta nell’opprimere, nel togliere la fuga.
 
7) Di Tang Quan: è uno stile acrobatico, chiamato anche stile della boxe a terra. Le cadute sono la caratteristica principale. Si colpisce, si salta per poi ricadere. Stile molto difficoltoso.
 
8) Ping Gua Quan: il tronco ruota con determinazione e i fianchi rimango bloccati. Attacchi da lunga distanza per poi inoltrarsi in un poderoso corpo a corpo. Parate e attacchi lineari.
 
9) Tong Bei Quan è caratterizzato dal dondolio delle spalle, i colpi vengono portati a mo’ di frusta partendo dalla spalla fino alla mano. Cinque sono le tecniche di base: pugno, colpo con dorso della mano, schiaffo, taglio e colpo a spirale. Spesso si colpisce di palma e la mano ritorna a pugno.
 
10) Xiang Xing Quan: l’imitazione di particolari animali e di uomini in particolari stati deve vibrare e lo spirito dell’imitato deve entrare a far parte dell’atteggiamento dell’adepto, in tal modo diventa ciò che imita. La tecnica di lotta è mascherata e le qualità specifiche dell’animale portano a tecniche imprevedibili. Movimenti circolari si alternano a cadute, rapidi spostamenti a balzi, si graffia o si tirano pugni, si indietreggia e si calcia. Ogni parte del corpo è utilizzata. Gli stili più utilizzato in questa amalgama sono: la Mantide Religiosa, l’Artiglio dell’Aquila, L’ubriaco, la Scimmia, il Serpente ecc.
 
11) Wing Tsun: Stile ideato da una monaca, è caratterizzato da: calci bassi al di sotto della cintola, dalla ricerca del corpo a corpo, da parate e attacchi effettuati con lo stesso braccio. L’attacco e la difesa sono la stessa cosa, solo l’avversario ne determina il significato.
 
Stili Nei Jia (interni)
1) Tai Ji Quan: letteralmente pugno supremo: è composta da cinque stile: Chen, Sun, Xun, Yang e Wu. Il più conosciuto per l’uso terapeutico è lo stile Yang. Lo stile Chen è il più antico da esso derivano gli altri. 
2) Ba Gua Zhang
3)  Xin Yi Quan
 
Bei tui, nan quan (calci del nord, pugni del sud) questo detto utilizzato da
Ciascuna di queste due grandi famiglie detiene una parte di verità, da cui il tentativo di alcuni stili di incorporare nei propri sistemi degli elementi presi dai due: Wai Jia e Nei Jia.
Ciò spiega che i mezzi di avvicinamento alla maestria del Kung Fu sono spesso oscuri. Questo è il motivo per cui è più facile una progressione tecnica che l’avvicinamento spirituale. Lo In Sen Shu o In Sei Wu è il raggruppamento di questi stile che raccolgono l’uno e l’altro metodo, di questi stile per lo più sviluppatesi nel periodo dei Sette Segrete si sa poco.
 
Il Wu Shu e quindi i singoli stili vengono divisi in cinque categorie in funzione delle caratteristiche tecniche espresse: Tao Lu a mani nude, Tao Lu con armi, Dui Lien (duelli prestabiliti),Tao Lu a squadre, San Da o San Shou (combatimento libero). 
 
 
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Tongbeiquan, Piguaquan, Bajiquan, Paochui, Chuojiao, Fanziquan, Huaquan
 
Gli stili esterni prevedono un duro allenamento fisico che rafforza le articolazioni, le ossa e i muscoli. Richiedono un pesante condizionamento fisico. Gli stili interni puntano prevalentemente sulla crescita interiore sviluppando l’energia vitale, il Qi. Viene sottolineata l?importanza della respirazione, dell?equilibrio e delle parti centrali del corpo. Gli stili del Nord sono caratterizzati da posizioni ampie, rapidità, agilità ed equilibrio paragonabili alle abilità che sviluppano i ginnasti. Usano molti calci abbinati a tecniche di mano. Gli stili del Sud utilizzano prevalentemente tecniche a corta distanza (soprattutto tecniche di mano), la potenza e la stabilità. Il Kung Fu include forme e prestabiliti. Sono previste forme, o meglio, combattimenti prestabiliti per due o più persone. Vengono utilizzate diverse armi. Viene sottolineata l’importanza dei combattimenti negli stili esterni, e dell’allenamento alla sensibilità negli stili interni.

Il Kung Fu rende un notevole giovamento non soltanto fisico in chi lo pratica, ma come recita il suo stesso nome, educa la padronanza e all'abilità del proprio corpo.